
Spazio racconto #10 | Il portale dell’immaginazione
Questo è il secondo anno che io entro nelle classi dei bimbi per raccontare loro le storie che scriviamo per il progetto “A scuola con la Lenci”. Spesso mi capita di passeggiare per il paese e di sentire dei bimbi urlare:
«Ma tu sei Post-it! Dov’è finito Fudie?»
«Qwara, l’altro giorno ho incontrato Annone!»
«Ma tu sei la fata delle storie!»
Io sorrido e faccio finta di non capire, innescando un gioco segreto che li fa sempre tanto ridere.
Scrivo storie fin da quando sono piccola. Tengo sparsi per la casa dei quaderni che utilizzo quando nasce in me l’illuminazione di una storia nuova. Scrivere è un’esigenza profonda e quando si riesce a farlo in modo scorrevole si entra in una dimensione all’interno della quale le parole escono da sole come un fiume in piena e tutto il mondo esterno sparisce per un istante.
I personaggi che creo nelle mie storie parlano sempre un po’ di me. Rivedo la mia distrazione nella mania di Post-It di utilizzare un camice pieno di foglietti per ricordarsi le cose, rivedo in Aladina la mia voglia di lasciarmi stupire dalla vita e la mia curiosità. Mi diverto a colorare i miei personaggi con i tratti caratteriali delle persone che frequento o che incontro distrattamente per strada e mi colpiscono per la loro originalità.
Ogni storia scritta è una porta che si apre su un mondo fantastico e non c’è niente di più bello che raccontare una nuova storia ai bambini e osservarli mentre varcano timidi il portale della loro immaginazione.
Scrivere, come leggere, è come vivere tante vite in una, è lasciarsi sfiorare dall’inatteso bloccandolo sul foglio bianco per non lasciarlo scappare più.
Davanti a una storia che profuma di vita, il tempo si ferma un istante e si concede stupito a quest’ istante di immortalità.
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